Sergio Dalmasso storico del movimento operaio. QUADERNI CIPEC e Altri Scritti
  

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Elezioni regionali: contro le destre, ma su quali programmi

Elezioni regionali: contro le destre, ma su quali programmi?

 

“La Stampa” ha seguito con attenzione le future elezioni regionali, spesso ipotizzando mie candidature, come consigliere uscente.

Il fatto è che, ad un mese dalla presentazione delle liste, il quadro continua ad essere per nulla chiaro.

L’unica certezza è l’accordo granitico tra Partito democratico e UDC (all’opposizione, con le destre, in tutti questi anni), accordo che significa più privato in sanità e scuola, riproposta del nucleare, accettazione di molti dei temi cari alla destra cattolica (per quanto moderata).

Preoccupa che:

  •  l’accordo sia avvenuto tra due partiti, tagliando fuori tutte le formazioni della maggioranza regionale uscente, con cui si parlerà in seguito
  •  che Rifondazione e PdCI (la Federazione della sinistra) siano sotto tiro per le loro posizioni sul lavoro (legge contro le delocalizzazioni), sui trasporti (non solo la TAV), sul nucleare, addirittura sulla sanità, nonostante l’enorme e difficile lavoro svolto dai nostri assessori, Valpreda e quindi Artesio.

Preoccupa anche il discorso sulla “discontinuità”, cioè della fine dell’accordo di cinque anni fa, per scegliere il rapporto privilegiato con l’UDC di Vietti, Scanderebech e Delfino e forse con altre formazioni di destra.

Nonostante, questo arretramento, Rifondazione e PdCI, davanti alla reale possibilità di una vittoria delle destre, propongono un accordo tecnico- elettorale.

In sintesi, in caso di vittoria di Bresso, noi rinunceremmo a chiedere assessori, presidenti di commissione, ma non dovremmo rinunciare alle nostre posizioni sui temi che ho ricordato.

Da tempo aspettiamo risposta. Speriamo che qualcuno batta un colpo e non faccia ulteriori regali a Berlusconi e Lega.

Sergio Dalmasso

consigliere regionale di Rifondazione comunista

 

 

Qualcuno/a era comunista

 

Il PCI è arrivato a 2.200.000 iscritti/e e al 34% dei voti. Il “partito di Gramsci, Togliatti, Longo, Berlinguer” è stato una società nella società ed ha segnato per molti/e impegno, lotte, sacrifici, speranze.

Affermazioni, conquiste sociali e democratiche, errori. La crisi dell’est Europa ha travolto tutto.

Molti libri recenti, a distanza di 20 anni dai fatti, tornano sulla storia del PCI e sul suo scioglimento.

Fra tutti, è particolarmente stimolante “Il sarto di Ulm” di Lucio Magri, disamina su settant’anni (1921- 1989) di storia del partito, inquadrata in quella nazionale e nei fatti internazionali.

Il libro sarà presentato lunedì 1 febbraio, presso casa Delfino, corso Nizza 2, Cuneo Luciana Castellina, con cui proverò immodestamente a dialogare.

Castellina è stata dirigente della FGCI (federazione giovanile) e del PCI da cui è stata radiata (1969) con il gruppo del “Manifesto”, parlamentare nazionale ed europea, direttrice del “Manifesto quotidiano” e di “Liberazione”

La sua sarà la testimonianza di una diretta protagonista dei fatti, di una militante e dirigente che, pur nelle difficoltà dell’oggi, continua a professarsi comunista e a ritenere che, a fine anni ’80, “un altro comunismo sarebbe stato possibile”.

Sergio Dalmasso

Consigliere regionale Rifondazione comunista